2 novembre 2011

Yes,I pan!

Sììììììììì,ce l'ho fatta!!!
Gioia,gaudio,tripudio massimo...Dopo mesi di prove,chili di farina,litri di acqua,cucchiaini di miele bio,pizzichi di sale,ore d'attesa attese invano......SONO RIUSCITA A FARE IL PANE CHE SOGNAVO!!!!!!!!!
Quello che è incredibile è COME ci sono riuscita:io sono una che senza una ricetta davanti non apro nemmeno lo sportello della credenza;una che se decide di fare un dolce per la domenica al martedì inizia a scartabellare tra ritagli di giornale e pagine virtuali e al venerdì sera prepara la lista della spesa per la mattina dopo.Insomma un pò la Signorina Rottenmeier della cucina...oltre che nella vita,in linea di massima!!!
Dev'essere perchè una "mia" personale fantasia e creatività in cucina ancora non sento di avercele e perchè la galassia del "dolce" e del "lievitato" che tanto mi appassiona è talmente vasta che prefersico procedere leggendo e ripetendo riga dopo riga per non rischiare di perdermi.
Ma questa volta "mi sono rotta"!!!Mi sono rotta di ricercare,navigare,stampare,seguire passo-passo e non ottenere praticamente niente!E allora,mi sono detta BASTA,FACCIO DA ME!
Partendo dal principo che la pasta madre è un essere vivente e che ogni essere vivente è fatto a modo proprio,l'ho osservata attentamente per una settimana dopo di chè sono passata alla pratica. Risultato: il metodo sperimentale (Galileo santo subito!!!) ha funzionato più di qualunque teoria!!!
Una crosta croccante,un interno morbidissimo,un gusto speciale!!!
E' con grande orgoglio che vi dettaglio di seguito (bel premabolo,eh?!?Devo darmi un pò di arie,no????Dài,sù,lasciatemi un pò vantare...sono così felice!!!):

IL PANE DELLA TARTARUGA
(dose per 4 belle pagnottelle da 250-270 gr l'una)


Che cosa serve:
per il rinfresco della PM (da fare 24h prima dell'impasto)
100 gr di PM
50 gr di manitoba
50 gr di farina 0
50 gr di acqua
per l'impasto
550 gr di manitoba
350 gr di acqua
2 cucchiaini di sale fino
3 cucchiaini di olio evo

Come si fa:
Rinfrescare 100 gr di PM con 50gr di manitoba+50 gr di farina 0+50 gr di acqua e lasciare lievitare per 24h a temperatura ambiente (ambiente,in questo caso,autunale freddo:tra i 15 e i 23 gradi).
Trascorse 24h prendere una ciotola,spezzettarvi dentro la PM (la mia pesava 234gr) e scioglierla molto bene con una parte di acqua leggermente tiepida presa da quella dell'impasto.Aggiungere il miele e mescolare con cura.


Nella planetaria mettete la farina,l'olio ed il composto di PM ed azionate a velocità 0,5 impastando con il gancio per un paio di minuti.Unite l'olio e,piano piano,l'acqua rimasta e portate la velocità a 1 continuando ad impastare per 2-3 minuti.
Unire il sale,portare la velocità a 2 e impastare per 5 minuti fermando la macchina un paio di volte per girare l'impasto sottosopra.
Date all'impasto la forma desiderata:io ho fatto delle pagnottelle da circa 250 gr l'una.Foderate una placca con carta forno,spolverizzate con della semola e adagiatevi le forme incidendole a croce o con tagli obliqui,come preferite.
Coprite con un telo leggero di plastica e ponete in forno con la luce accesa fino a raggiungere circa 28 gradi:io ad un certo punto mi sono accorta che la temperatura scendeva ed ho inserito una ciotola di acqua bollente.


Trascorse 2 ore e mezza potete infornare:togliete delicatamente il telo e cuocete a 200° per 30 minuti (sul secondo ripiano dal basso) lasciando sul fondo una ciotola d'acqua bollente.


Si conserva per almeno 3 giorni come appena sfornato ponendolo all'interno di un  sacchetto di cotone messo a sua volta dentro ad un sacchetto per surgelamento.

3 commenti:

  1. bravaaaaaaa. solo l'inno del titolo merita l'oscar! e il risultato è perfetto!

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  2. ma sei stata bravissima!...ma lo sai che le ricette migliori sono quelle un po', come dire, "improvvisate"?
    questo pane ha un aspetto superbo!
    Un bacio, irene

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  3. Ho visto al telegiornale quello che è successo a Genova...un vero dramma, mi dispiace tantissimo, ho pianto per quella povera mamma e quei poveri bambini deceduti...Ci tengo a farti sapere che moralmente mi sento vicina alla città di Genova e che anche materialmente cercherò di dare un aiuto agli alluvionati. Ti mando un forte abbraccio, chissà come ci si sente male a vedere la propria amata città così devastata...Coraggio!Un bacio, Irene

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